LA STRATEGIA

LA STRATEGIA

Abbassare il proprio handicap è certamente desiderio di qualsiasi golfista, ma la cosa da capire è che a tale risultato si deve arrivare con una serie di componenti, non basta quindi effettuare uno swing impeccabile o saper giocare magistralmente il gioco corto, ma è necessaria naturalmente una adeguata preparazione fisica, il giusto “allenamento mentale” e non da ultimo la strategia di gioco.

Questo concetto, se ben recepito, ci consente di ottenere risultati soddisfacenti anche nei periodi in cui non siamo in forma ottimale.

 

Soffermiamoci quindi sul concetto di strategia.

 

Abbiamo già detto che il golf è uno sport estremamente difficile da praticare, non solo per il gesto tecnico, ma per la concentrazione che è necessario avere per la durata di un intera gara, in media quattro o cinque ore per un giro di diciotto buche.

In questo periodo il nostro cervello elabora un infinità di informazioni, ma soprattutto è chiamato ad una serie di processi decisionali.

Quando ci si appresta ad effettuare un tiro, la nostra preoccupazione non deve essere legata esclusivamente al gesto tecnico, ma il nostro pensiero deve portarci a pensare a dove piazzare il nostro colpo, ma soprattutto a fare in modo che il risultato ci consenta di eseguire un colpo successivo in condizioni di estrema efficacia.

Spesso l’errore più comune che commette un golfista sul campo è di una sopravalutazione delle proprie capacità, nel giocare un colpo difficile o cosiddetto di “recupero”, non dovrebbe pensare di rimediare immediatamente, questo potrebbe portarlo ad una somma di errori, che invece di far recuperare lo score in una buca, ne pregiudicano definitivamente la chiusura.

Questi processi decisionali influenzano anche la scelta di un bastone nell’effettuare un colpo, dopo un errore ci avviciniamo alla nostra pallina, ne guardiamo il lie e senza pensarci su prendiamo il nostro legno 3 pur sapendo che in quelle condizioni un ferro 8 giocato con tranquillità sarebbe la cosa ideale, risultato la palla viaggia nell’erba del rough per una decina di metri e si ferma, è solo in quel momento che prendiamo il nostro ferro e finalmente  riusciamo a colpirla con efficacia, ma intanto il risultato della buca è compromesso.

Non pensate che forse sia anche questo il motivo per cui in campo pratica si è tutti campioni ed in campo tutto cambia?

Nel Driwing Range il nostro unico pensiero è quello di ottenere voli di palla perfetti e questo grazie solo al nostro swing, la nostra unica preoccupazione è quella di ripassare i fondamentali della tecnica golfistica, ma sul percorso non è affatto così tutto cambia.

La differenza è che in campo dobbiamo anche pensare, le componenti di cui dicevamo all’inizio si sommano ed i risultati non sempre ci soddisfano.

Per un golf efficace, dovremmo dimenticare la tecnica dello swing, anche perché così facendo giocheremo più tesi e contratti e concentrarsi invece su altri fattori.

Abbiamo già parlato della scelta di un bastone e considerare l’opportunità di giocare quelli considerati più difficili, spesso la voglia di raggiungere il green da qualsiasi distanza, ci fa giocare ad esempio un ferro 4 senza il risultato sperato, solo allora ci accorgiamo dell’errore se avessimo giocato un ferro 7 e poi un wedge avremmo chiuso la buca con un ottimo punteggio, abbiamo commesso un evidente errore di strategia.

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