LA TECNICA
I VOLI DELLA PALLA
Nel golf come tutti sanno l’obbiettivo è quello di colpire una palla per poterla indirizzare in un punto stabilito, quindi fattori determinanti sono la direzione e la distanza, ogni colpo è influenzato da alcuni fattori fondamentali esattamente cinque:
- velocità della testa del bastone
- punto di contatto
- angolo di attacco
- traiettoria dello swing
- posizione della faccia del bastone
il primo fattore la velocità è a sua volta influenzato da altre variabili riconducibili essenzialmente alle caratteristiche di ogni singolo individuo, sono essenzialmente la forza fisica, l’elasticità muscolare, la tecnica dello swing, la lunghezza degli arti del corpo ed infine la coordinazione; il punto di contatto influenza sia la distanza che la direzione del volo della palla; l’angolo di attacco che è l’angolo di discesa del bastone verso la palla; la traiettoria, strettamente legata al precedente, ad una traiettoria esterna corrisponde un angolo di attacco verticale, ad una traiettoria interna corrisponde una angolo di attacco più piatto; la posizione della faccia del bastone, indica l’allineamento al momento dell’impatto.
Andiamo a questo punto ad elencare i cosiddetti nove voli della palla conseguenza dei fattori precedentemente elencati.
- La palla diritta
La palla parte diritta e mantiene tale traiettoria verso il bersaglio, la faccia del bastone è square rispetto alla traiettoria che coincide con la linea di tiro.
Lo slice
La palla parte verso la direzione del bersaglio poi gira a destra, la faccia del bastone è aperta sia rispetto alla traiettoria che alla linea di tiro.
- L’hook
La palla parte verso la direzione del bersaglio e poi gira a sinistra, la faccia del bastone è chiusa sia rispetto alla traiettoria che alla linea di tiro.
- Il push
La palla parte verso destra cadendo a destra del bersaglio, la faccia del bastone è square rispetto alla traiettoria ma aperta rispetto alla linea di tiro.
- Il push-slice
La palla parte verso destra e gira ulteriormente a destra, la faccia del bastone è aperta sia rispetto alla traiettoria che alla linea di tiro.
- Il push-hook
La palla parte verso destra per poi girare verso sinistra, la faccia del bastone è chiusa rispetto alla traiettoria che è interna alla linea di tiro.
- Il pull
La palla parte verso sinistra cadendo a sinistra del bersaglio, la faccia del bastone è square rispetto alla traiettoria ma chiusa rispetto alla linea di tiro.
- Il pull-slice
La palla parte verso sinistra per poi girare verso destra, la faccia del bastone è aperta rispetto alla traiettoria che è esterna rispetto alla linea di tiro.
- Il pull-hook
La palla parte verso sinistra e gira ulteriormente a sinistra, la faccia del bastone è chiusa sia rispetto alla traiettoria che alla linea di tiro.
Attraverso la conoscenza dei fattori sopra descritti, le loro conseguenze su di un colpo ed i voli della palla, è possibile quindi analizzare quali sono gli errori che vengono commessi nell’esecuzione di uno swing, tutto ciò quindi è fondamentale, non solo per chi inizia, ma anche per chi nel proprio gioco, aspira ad un miglioramento continuo.
I PRINCIPI DEL PRE SWING
E’ ora di esaminare quali sono i fondamentali alla preparazione di uno swing corretto ed efficace, parliamo quindi dei principi del pre swing:
- il grip
- l’address
- l’allineamento
- la routine
Il grip
è l’impugnatura di un bastone, il cui scopo principale è quello di consentire di riportare la faccia in posizione square all’impatto.
Proprio questa sua funzione ne fa comprendere l’importanza che non va mai trascurata sia dai neofiti che dai giocatori più esperti.
I grip più diffusi sono riconducibili a tre tipologie:
- over-lap
- inter-lock
- baseball grip
L’over-lap è la tipologia più usata, ideata dal grande giocatore del passato Henry Vardon,
in questa impugnatura il mignolo della mano destra, si sovrappone all’indice della mano sinistra, consentendo un lavoro simultaneo ed equilibrato di entrambe le mani.
L’inter-lock si ottiene intrecciando il mignolo della mano destra con l’indice della sinistra, ha come caratteristica fondamentale, di aumentare l’azione dei polsi ma è sconsigliato ai giocatori con le dita molto lunghe, ricordiamo che è il grip oggi usato da Tiger Woods ed è in epoca meno recente dal grande Jack Nicklaus.
Il baseball grip, così chiamato perché simile all’impugnatura di una mazza da baseball, si ottiene mettendo a contatto tutte le dita con il bastone, ha il difetto di privilegiare la prevalenza della mano destra nel movimento, ma il pregio di essere adatto a quei giocatori con poca forza nelle mani.
L’address
permette lo sviluppo completo e corretto dello swing e comprende il set-up e l’allineamento, il primo è la posizione del corpo sulla palla, il secondo la posizione rispetto al bersaglio.
Il set-up è quindi tra i fattori fondamentali nella preparazione allo swing, da una vista laterale, si può osservare che la schiena è piegata all’altezza della vita e le ginocchia leggermente flesse, il peso del corpo è sulla verticale che dalle spalle cade al centro dei piedi, tra il bastone e le braccia si forma un angolo; da una vista frontale osserviamo i piedi con una larghezza uguale a quella delle spalle, il peso si ripartisce equamente tra i piedi, il destro è perpendicolare alla linea di tiro ed il sinistro leggermente aperto, le braccia cadono in avanti rilassate.
L’allineamento
è fondamentale in quanto garantisce lo swing sulla linea desiderata, la faccia del bastone deve essere square alla linea di tiro e quindi puntare il bersaglio, gli occhi, le spalle, le braccia, i fianchi, le ginocchia ed i piedi devono essere tutti allineati, ricordiamoci però che la linea del corpo più importante per la sua influenza sulla traiettoria è quella delle spalle.
La routine
nella routine vengono riepilogate tutte le fasi di preparazione al colpo.
Non esiste un indicazione per una buona routine, ogni giocatore avrà modo di personalizzare una serie di gesti ed atteggiamenti ripetitivi, che dovranno quindi ripetersi prima dell’esecuzione di un colpo, ad esempio l’avvicinamento alla palla, gli swing di prova, il modo di prendere l’allineamento
LO SWING
Lo swing come detto è l’essenza del golf, è quel movimento ritmato che consente con una rotazione del corpo e delle braccia di colpire la pallina, meglio verrà eseguito e maggiore sarà la precisione e l’efficacia del colpo risultante.
Per comprendere lo swing, è necessario visualizzare e memorizzare il movimento, sia attraverso video che sequenze fotografiche, cercando di riprodurlo in campo pratica ma soprattutto sotto la supervisione di un buon maestro professionista.
Una volta esaminati i principi del pre-swing analizziamo ora quelli dello swing:
- Lunghezza dell’arco dello swing
influenza in modo particolare la velocità della testa del bastone, maggiore è la lunghezza dell’arco, maggiore è la velocità.
- Ampiezza dell’arco dello swing
ha un influenza su varie componenti che sono la velocità, il punto di contatto, l’angolo di attacco e quindi per quanto indicato in precedenza, sulla traiettoria.
L’ampiezza corrisponde alla distanza della testa del bastone e delle mani dal corpo ed è determinata dal braccio sinistro disteso, tale componente deve rimanere invariata per tutto l’arco dello swing.
- Sistema delle leve
influenza la velocità e la potenza dello swing composto da tre leve, la prima è data dalla distanza tra sterno e spalla sinistra, la seconda è data dal braccio sinistro, nel suo movimento verso l’alto e verso il basso, con perno l’articolazione della spalla,la terza costituita dal bastone che ha come perno i polsi.
- Posizione del polso sinistro all’apice del backswing
determina la posizione della faccia del bastone all’impatto ed è strettamente in relazione con il grip, una posizione corretta deve permettere di avere la faccia del bastone in piano all’apice del back swing, il controllo di questo elemento permette di valutare la corretta azione di polsi e braccia.
- Release
è data dalla capacità di riportare square la faccia del bastone all’impatto, quando cioè il corpo e le braccia compiono una azione inversa rispetto al back swing.
- Il centro dello swing
ha un influenza su più componenti, quali traiettoria, angolo di attacco punto di contatto, il Fulcro di tutto ciò è la proiezione dello sterno sulla spina dorsale ed è il centro di rotazione delle spalle.
- Il piano dello swing
ha una influenza su tutti i fattori che determinano il volo della palla, non è altro che il piano ideale su cui si muove il bastone durante lo swing, tale piano è inclinato rispetto al terreno e tale inclinazione è causata dalla posizione del centro dello swing, rispetto alla palla ed al terreno.
- Equilibrio dinamico
è dato dalla capacità di mantenere equilibrio durante lo swing e quindi durante la distribuzione dei pesi sinistra destra nell’esecuzione del colpo, per avere equilibrio, il peso deve essere sempre entro lo stance, per tutto il movimento.
- Connessione
è la capacità di muovere armoniosamente le parti del corpo con le braccia che restano sempre davanti a quest’ultimo.
- Timing
per ultimo ma non meno importante il timing, che è il tempo impiegato per compiere lo swing, è molto soggettivo, ma di fondamentale importanza è che permetta al bastone di compiere l’intero arco del movimento.
I CONSIGLI DEL NOSTRO MAESTRO MAURIZIO SEVERA!
IL DRIVE
Il drive è certamente il bastone da golf più difficile, per questo motivo la maggior parte dei maestri di golf lo fa utilizzare praticamente verso la fine di un primo ciclo di lezioni.
La difficoltà sta probabilmente nella lunghezza dello shaft che amplifica gli errori che i neofiti ed i giocatori meno esperti commettono più di frequente.
Molti giocatori considerano poco importante la lunghezza nei colpi dal tee shot, rispetto al gioco corto, ma è innegabile che la distanza e soprattutto la precisione aiuta moltissimo nei par 4 e par 5, se si vuole raggiungere il green in regolarità, due colpi nei par 4 e tre nei par 5.
Un drive ben giocato aiuta quindi a risparmiare colpi, oltre che essere estremamente gratificante, non possiamo negare quanto sia piacevole apprezzare il volo di una palla ben giocata che vola lunga e dritta.
In commercio oggi esiste una estrema varietà di drive, il consiglio è quello di provarne più di uno in modo da capire quale è il più adatto alle nostre caratteristiche, al nostro swing e soprattutto quello che ci trasmette la sensazione migliore, quello cioè con cui abbiamo un maggior feeling.
Non è superfluo ricordare che per giocare un buon drive occorre molto allenamento, lo si può fare senza grandi differenze anche in campo pratica, perché dovendolo giocare da un tee e da un battitore pianeggiante, si ritrovano le stesse condizioni che troveremo sul percorso di gioco.
Cominciamo ad analizzare il set up, in linea generale i piedi sono posizionati più larghi tra loro, rispetto ai colpi con altri bastoni, la palla deve essere piazzata in posizione avanzata verso la buca all’incirca all’altezza del tallone sinistro, ed il tee deve essere posto ad un altezza per cui posizionando la testa del drive di fianco alla palla questa la sovrasti per circa la metà, la spalla destra deve essere leggermente più bassa rispetto a quella sinistra, tutto cioè per cercare di colpire la palla in risalita, in condizioni climatiche ideali, una traiettoria alta consentirà una maggior distanza.
Questi sono chiaramente alcuni concetti basilari ma è chiaro che andranno e potranno essere modificati ma certamente non stravolti, in funzione del proprio swing, in particolar modo la posizione della palla e l’altezza del tee da terra .
A proposito di questa ultima considerazione ricordiamo che in condizioni di vento forte e teso è consigliabile abbassare l’altezza del tee proprio per avere una traiettoria meno alta nel volo della palla e quindi più facilmente influenzabile dalle condizioni atmosferiche.
In un colpo ideale la palla deve colpire esattamente il centro della faccia del drive, se riusciremo in questo avremo sicuramente un colpo efficace, se invece l’impatto avverrà a destra o a sinistra rispetto al centro, avremo come conseguenza un volo della palla dagli esiti più o meno disastrosi quanto maggiore risulterà questa distanza.
Nell’eseguire il nostro swing, è importante mantenere la testa ferma e dietro la palla e tutto ciò fino all’impatto, uno swing stabile, con il bastone che proviene da dietro e sul piano corretto, in poche parole ben eseguito, consente una notevole velocità di attraversamento nel colpo, continuare dirigendo le braccia verso il bersaglio e completare il finish in modo che la parte anteriore del corpo sia verso il bersaglio e con il piede destro nella classica posizione di chiusura con la punta a terra ed il tallone sollevato.
Nell’eseguire il colpo dobbiamo essere estremamente fluidi, senza alcun tentennamento, cercando di colpire la palla con convinzione.
LEGNI DA FAIRWAY ED IBRIDI
Parliamo ora dei legni da fairway e degli ibridi, questi ultimi hanno avuto recentemente una estrema diffusione, tanto che è difficile oggi trovare una sacca priva di tali bastoni, tale successo è dovuto all’estrema versatilità, che consente di giocare un ibrido nelle situazioni più disparate, dal fairway al rough e perfino per i colpi a correre intorno al green.
Vediamo ora quale è la tecnica per l’esecuzione di un colpo con tali bastoni, la premessa è che non sono facilissimi da usare in quanto lo shaft è più lungo di quello di un ferro, ma consentono di ottenere notevoli distanze durante il percorso, tanto da essere spesso fondamentali nel secondo colpo in un par 5.
Cominciamo dal set-up, come al solito il peso leggermente sulle punte dei piedi, la distanza dei quali dovrà essere pari a quella delle spalle, sconsigliamo di aumentare o diminuire tale distanza, in quanto nel primo caso impediremmo una corretta rotazione perdendo distanza, nel secondo rischieremo di avere poca stabilità durante lo swing.
Nello stance la palla leggermente avanzata, più vicina al tallone sinistro per i legni a basso numero e più verso il centro via via che il numero del bastone aumenta.
La testa leggermente dietro la palla, in modo da facilitare la torsione del busto sia verso destra nel downswing che verso sinistra e in alto nel backswing.
Lo swing sarà quello già descritto facendo particolarmente attenzione nella distribuzione dei pesi dal piede destro a quello sinistro durante la torsione, il movimento dovrà essere ampio cercando di impattare la palla con un piano più orizzontale, esattamente come con un drive evitando assolutamente di arrivare all’impatto secondo un piano verticale.
All’impatto la faccia del bastone assolutamente square al bersaglio, mentre le spalle devono ritornare nella posizione che avevano nel set-up, rilasciamo le braccia per massimizzare la velocità, indirizzandole verso il bersaglio e completiamo il nostro swing con un finish completo.
I FERRI
L’uso dei ferri è di fondamentale importanza per ogni golfista, perché sono certamente i bastoni più usati e spesso, sono fondamentali per la buona riuscita di una buca.
E’ inutile infatti giocare un ottimo drive, se poi con il secondo colpo non riusciamo, in un par4, a raggiungere il green, l’uso ottimale di un ferro ci consente di evitare put chilometrici e di conseguenza aumentare la possibilità di imbucare con maggiore facilità.
Basta questa semplice premessa per capire la necessità di praticare moltissimo con i ferri.
All’apparenza sono più facili da giocare rispetto ai legni, sarà forse perché i maestri di golf iniziano le lezioni ai neofiti con i ferri, ma in realtà occorre concentrarci sul cosa vogliamo ottenere da un simile bastone, cioè mandare semplicemente in avanti la palla per avvicinarci alla buca oppure colpirla con precisione avvicinandola il più possibile al bersaglio?
Per giocare ottimamente un ferro occorre in primo luogo non dimenticarsi quanto già appreso nell’esecuzione di un colpo e quali sono i suoi fondamentali.
In primo luogo il set-up, pieghiamo leggermente le gambe e poi la schiena verso la palla mantenendo la colonna vertebrale eretta senza irrigidirsi, questa postura dovremo mantenerla in modo solido nell’impatto, il peso del corpo deve essere ben bilanciato su entrambi i piedi, le mani in avanti all’altezza della palla, cercando di non irrigidire le braccia.
La palla deve essere giocata in posizione centrale, all’altezza dello sterno.
Iniziamo il backswing, molto importante per la riuscita finale, iniziamo il nostro movimento di salita in modo che il corpo effettui una torsione in modo che mani braccia e spalle ruotino sul proprio asse contemporaneamente, proseguendo nel movimento arriviamo all’apice spezzando i polsi, il peso del corpo è ora prevalente sul piede destro, importante che tale movimento avvenga lentamente, solo in questo modo abbiamo la possibilità di effettuare una torsione completa e soprattutto eviteremo di scomporci nel downswing.
Cominciamo ora la discesa, i polsi dovranno cominciare a muoversi a cerniera ed i fianchi cominciare ad aprirsi, continuiamo nel nostro movimento fino all’impatto, fondamentale sarà aver mantenuto gli angoli che il corpo aveva all’inizio, impattiamo la palla, i fianchi dovrebbero essere a questo punto leggermente orientati verso l’obbiettivo, concentriamo il nostro sguardo sulla palla mentre lanciamo le braccia in avanti, per avere un contatto solido il peso del corpo si trasferisce in modo graduale dal piede sinistro al destro, completiamo il nostro swing con un finish completo, il corpo dovrà essere girato verso l’obbiettivo con il piede sinistro ben piantato a terra e il destro sollevato sulla punta.
Fondamentali per una buona riuscita di un colpo sono pertanto:
- il giusto set-up quindi allineamento e postura
- la torsione lungo la spina dorsale
- arrivare nel backswing con il ferro parallelo al terreno.
- mantenere nella discesa gli angoli iniziali
- impattare la palla con la testa ancora dietro di essa
- il trasferimento del peso destra-sinistra
- finish mantenendo per qualche istante tale posizione.
Molti dilettanti pensano che all’impatto il corpo debba tornare alla posizione di set-up ma non è realmente così, il mantenere gli angoli ci aiuta ad impattare solidamente la palla ma i fianchi in questo momento dovranno essere quasi completamente girati verso l’obbiettivo, come il peso del corpo spostato in avanti e la spalla destra molto più in basso della sinistra, nulla a che vedere con la posizione iniziale.
Differenza fondamentale rispetto ad un drive è che mentre in quest’ultimo l’impatto dovrebbe avvenire in fase ascendente, nel gioco con i ferri è l’esatto contrario, l’impatto corretto avviene durante la fase discendente dello swing.
Ricordiamoci poi che il piano dello swing tenderà a verticalizzarsi mano a mano che il numero del nostro ferro aumenta, in un ferro 3 sarà estremamente più orizzontale rispetto ad un 9.
Il consiglio finale è come sempre quello di praticare molto, non solo per prendere confidenza con tali bastoni, ma anche per memorizzare le distanze che riusciamo a raggiungere con ogni tipo di ferro, questo ci sarà molto utile in campo, quando avremo individuato a quanti metri dalla buca dovremo effettuare il nostro colpo.
CHIPPING & PITCHING
Chipping e pitching sono i colpi fondamentali del gioco corto, vi sarà capitato giocando con golfisti esperti quanto essi rimarchino l’importanza del gioco intorno al green, in effetti si può giocare un ottimo drive, un buon ferro, ma se con quest’ultimo non si arriva efficacemente all’obbiettivo, ecco subentrare la necessità giocare con successo un buon approccio.
Vediamo in primo luogo le differenze fra chipping e pitching, il chip è il colpo giocato in prossimità di un green, deve far volare la palla per pochi metri per poi rotolare verso l’obiettivo, è quindi un colpo prevalentemente a correre, il pitch è un colpo che viene eseguito a distanza maggiore, intorno ai 50 60 metri dall’obbiettivo, con traiettoria alta il cui scopo è di far atterrare dolcemente la pallina il più vicino possibile alla buca.
Nel chipping come nel pitching è fondamentale avere una completa padronanza della parte alta del corpo e del bastone che devono compiere il loro movimento in modo compatto, il tutto deve essere eseguito in modo armonioso mai a scatti, ed il giocatore deve guardare letteralmente il bastone colpire la pallina.
Una corretta applicazione dei principi basilari che regolano questa tipologia di colpi, farà in modo di avere un estrema sicurezza intorno al green, tanto da permettere di migliorare i nostri risultati.
Non è da trascurare quindi l’aspetto mentale, che deve permetterci di eseguire il colpo in totale scioltezza, senza tentennamenti o rallentamenti nell’esecuzione, che ne pregiudicherebbero il risultato, fare degli swing di pratica aiuta moltissimo ma una volta memorizzato il movimento che riteniamo opportuno eseguiamolo esattamente allo stesso modo.
IL CHIPPING
Analizziamo in primo luogo quali bastoni usare, la prima cosa è di non fossilizzarsi usandone solo uno, se siamo in prossimità del green, teniamo in considerazione che maggiore è la distanza di rotolamento più basso sarà il numero del ferro da giocare, se invece siamo più lontani e dobbiamo alzare di più la palla è consigliabile l’uso di un pitch.
Ripetiamo il concetto che è fondamentale l’azione solida e compatta di spalle braccia e bastone in modo che l’angolo di attacco sia costante durante l’esecuzione del colpo.
Il backswing dovrà essere molto ridotto, tale colpo va eseguito lentamente ritmato l’apertura in genere sarà al massimo di un quarto di giro.
Ricapitoliamo ora le regole essenziali per un buon chip:
- nello stance dobbiamo aver cura di rimanere più compatti con i piedi ravvicinati
- il peso del corpo graverà principalmente sulla parte sinistra
- la palla posizionata sul centro destra
- la parte bassa del corpo aperta e quindi ruotata rispetto all’obbiettivo
- le spalle saranno allineate al terreno
IL PITCHING
Il pitching come già detto si esegue con un wedge ad una distanza intorno ai 50 metri dal bersaglio, è un colpo delicato in quanto la traiettoria dovrà risultare alta e precisa.
Lo swing sarà quello solito ma con un ampiezza decisamente ridotta, al massimo tre quarti, analizziamo anche in questo caso le regole fondamentali per un buon colpo:
- realizzare un colpo solido
- colpire la palla verso il basso
- la palla più ravvicinata al corpo, ne aumenta la stabilità
- ampiezza dello swing ridotta
- il peso del corpo leggermente in avanti
Questi due colpi per concludere, sono spesso fondamentali per ottenere un buon punteggio in una buca, quindi ricordiamoci sempre quali sono le regole fondamentali della loro esecuzione, ma soprattutto pratichiamoli moltissimo, solo in questo modo riusciremo a migliorare i nostri score.
USCITA DAL BUNKER
L’uscita dal bunker è sicuramente tra i colpi più temuti dai giocatori meno esperti, eppure l’esecuzione non risulta particolarmente complicata, tanto che molti bravi giocatori e naturalmente i pro, preferiscono l’uscita dalla sabbia piuttosto che un colpo dal rough spesso imprevedibile.
Bastano quindi pochi accorgimenti ben eseguiti, per eseguire questo colpo in modo naturale come qualsiasi altro del gioco corto:
- per prima cosa impugnare il bastone nell’intera lunghezza
- la palla va posizionata leggermente in avanti verso il piede sinistro
- scavare con i piedi la sabbia per posizionare più in basso il corpo ed avere maggior stabilità
- aprire la faccia del bastone
- eseguire il downswing concentrandosi sul punto posto qualche centimetro dietro la palla perché sarà proprio quello il punto di impatto
- una volta impattata la sabbia proseguire con il colpo verso l’obbiettivo
Occorre notare che la posizione dei fianchi deve essere aperta, maggiore la distanza del colpo, minore deve essere questa apertura, quindi ad esempio in un uscita con la bandiera vicina, dovremo aprire molto i fianchi e la faccia del bastone, viceversa con la bandiera più lontana.
L’importante è comunque impattare la sabbia e non la palla ed è per questo che è fondamentale concentrarsi su un impatto a pochi centimetri dietro quest’ultima.
PALLA IN PENDENZA
Passiamo ora a parlare di alcuni colpi, da giocare in particolari condizioni che peraltro sono molto frequenti in un percorso nel quale sarà difficile trovarsi in posizione pianeggiante o senza ostacoli che possano interporsi tra noi e la buca.
In primo luogo andiamo a trattare i colpi in discesa, in salita, con la palla più alta o più bassa dei piedi.
Palla in discesa
La prima cosa da fare, sarà posizionarsi con il peso del corpo a sinistra in modo da seguire l’andamento del terreno, le spalle saranno quasi parallele allo stesso, la palla va posizionata al centro dei piedi, ricordiamoci poi che in queste condizioni la palla tende a partire con una traiettoria più bassa, teniamone conto in funzione della buca che stiamo affrontando.
Palla in salita
E’ un colpo da giocare esattamente al contrario di quello illustrato in precedenza, anche in questo caso dovremo allineare il nostro corpo al terreno, ma per far questo il peso sarà prevalentemente sulla parte destra, posizioniamo la palla al centro dei piedi ma ricordiamoci che a differenza del precedente, in questo colpo la palla tende a salire maggiormente, anche in questo caso, analizziamo attentamente la buca che stiamo affrontando e comportiamoci di conseguenza, nella scelta del bastone da utilizzare.
Palla più bassa dei piedi
Dobbiamo ricordarci che la palla in queste condizioni tende a curvare verso destra in modo naturale, pertanto il primo accorgimento riguarderà l’allineamento che risulterà quindi a sinistra del bersaglio.
La palla più bassa tenderà naturalmente a farci piegare maggiormente verso di essa, pertanto dovremo cercare di avere un equilibrio più solido.
Allarghiamo un po’ di più i piedi, posizioniamo la palla al centro, il nostro backswing sarà più corto del solito, ma la cosa più importante è mantenere costanti gli angoli del corpo e soprattutto rimanere solidi all’impatto con una particolare attenzione nel rimanere con la testa dietro la palla all’impatto, tutto ciò consentirà di far partire la nostra palla con una traiettoria diritta verso l’obbiettivo.
Palla più alta dei piedi
Questo colpo ha la tendenza a chiudersi quindi a girare verso sinistra, il primo accorgimento sarà quello di allinearsi verso destra rispetto all’obbiettivo la palla al centro dei piedi che saranno leggermente più stretti, impugniamo il bastone più corto in funzione della pendenza del terreno ed eseguiamo uno swing con un angolo più orizzontale, rimanendo solidi all’impatto.
IL DRAW ED IL FADE
Il “draw” ed il “fade” sono colpi “intenzionali” e vengono utilizzati dai giocatori più esperti quando un ostacolo si contrappone con la buca ed occorre quindi eseguire un colpo che possa aggirarlo.
A parità di condizioni, molti giocatori preferiscono uno o l’altro dei due colpi a seconda delle proprie attitudini non solo tecniche ma anche psicologiche, sono colpi non facili da eseguire per i quali occorre una notevole sicurezza.
Abbiamo detto quindi che sono colpi intenzionali, simili allo slice ed all’hook vediamo in dettaglio cosa sono e come eseguirli correttamente:
Il draw
La palla parte a destra del bersaglio mentre è in linea col corpo e gira leggermente a sinistra cadendo sull’obbiettivo.
Causa di tale traiettoria è la testa del bastone che attraversa la palla seguendo la linea di tiro mentre la faccia del bastone si chiude all’impatto.
Allineiamo il corpo a destra mentre la faccia del bastone sull’obbiettivo, eseguiamo a questo punto uno swing lungo la linea di tiro e quindi a destra del bersaglio.
Il fade
La palla parte a sinistra del bersaglio ma in linea col corpo e gira leggermente a destra cadendo sull’obbiettivo.
Causa di tale traiettoria è la testa del bastone che attraversa la palla lungo la linea di tiro e la faccia del bastone aperta attraverso l’impatto con la pallina.
Allineiamo il corpo e la faccia del bastone leggermente a sinistra del bersaglio, eseguiamo quindi lo swing puntando a sinistra dell’obbiettivo.
Consigliamo infine di effettuare il draw con i ferri con il numero più alto, viceversa per il fade.
IL PUTTER
Il put può essere considerato il colpo più importante nel gioco del golf, non solo perché con esso si finalizza una buca, ma perché è di fatto anche il colpo più utilizzato.
Se pensiamo che in un giro di 18 buche, una buona media è pattare al massimo per due volte per ogni green, si ottiene un totale di 36.
Per un giocatore di medio livello, rappresenta addirittura almeno il 40% dei colpi totali.
Tra i professionisti il saper pattare fa spesso la differenza e tra i grandi campioni del passato e del presente ,è difficile trovare qualcuno che non avesse il suo punto di forza nel put.
Proprio per questo che è necessario esercitarsi moltissimo, sarebbe opportuno quindi, prima di iniziare il proprio percorso e magari anche alla fine, esercitarsi sul putting green.
Vediamo ora quali sono le regole fondamentali per l’esecuzione di un buon put:
- posizionarsi con la palla leggermente in avanti sul piede sinistro e con la testa in modo che la verticale passante per l’occhio sinistro, vada ad intercettare il centro della palla
- le mani dovranno essere avanzate in modo che lo shaft del putter sia allineato all’avambraccio sinistro
- le mani devono lavorare insieme e non troppo distanziate per evitare assolutamente di utilizzare i polsi
- la presa non dovrà essere troppo forte per non irrigidirsi, ma nemmeno troppo leggera perché perderemmo il controllo del bastone
- cercare un punto di riferimento tra il putter e la buca in modo da allinearsi alla stessa
- eseguire il colpo in modo estremamente compatto muovendo solo le spalle, il braccio destro si abbassa ed il sinistro si alza a mò di pendolo
- l’ampiezza del movimento deve essere commisurata alla distanza della buca
- evitare di fermarsi all’impatto ma accompagnare il colpo verso la buca
- non andare assolutamente a guardare la buca durante il colpo
Eseguendo questi consigli sarà certamente più facile imbucare ma il successo di questo colpo è legato a diversi fattori, in primo luogo dobbiamo saper leggere con attenzione un green e quindi le sue pendenze, per far questo andiamo a visualizzare il colpo non solo tra la palla e la buca ma anche dalla parte opposta, per essere certi delle inclinazioni sulle quali dovrà rotolare la palla, altra variabile è la sensibilità nel colpo, in genere il nostro obbiettivo minimo dovrà essere quello di superare la buca anche di poco, evitando di rimanere corti.
Vogliamo soffermarci poi sull’importanza di non guardare il bersaglio all’impatto, molti professionisti, consigliano semplicemente, una volta eseguito il colpo, di non guardarlo ma limitarsi a “sentire la palla cadere nella buca”.